Bentornati amici, con il post di oggi concludiamo il racconto del nostro viaggio in Islanda, approfondendo gli ultimi due giorni, in cui abbiamo raggiunto Reykjavík da Akureyri. Per chi stesse visitando il nostro sito per la prima volta, potete trovare la prima e la seconda parte cliccando sulle parole evidenziate. Le due mappe sottolineano l’intero tragitto e quello specifico di cui parleremo di seguito.
Giorno 7: Da Akureyri a Miðhraun.
Era arrivato il triste momento di lasciare Akureyri, cittadina che ci ha letteralmente fatti innamorare, quindi abbiamo fatto i bagagli e, dopo colazione, siamo ripartiti alla volta dell’ovest islandese, attraverso la famosa ring road. Il settimo giorno è stato probabilmente il più impegnativo, infatti abbiamo trascorso molte ore in macchina, fermandoci di tanto in tanto quando lo scenario richiamava la nostra attenzione.
Il primo stop è stato Glaumbær, un museo di un’antica fattoria di torba, patrimonio culturale. Si tratta di un complesso di casette in legno dal tetto erboso, collegate da un unico corridoio centrale. Il posto vale una visita anche solo per la bellezza del paesaggio circostante; siamo arrivati verso metà mattina e il sole illuminava le montagne e i prati dove molti cavalli e pecore pascolavano liberi. Le case colorate dal tetto erboso di questo sito sono tipiche di questo paese.
Ripreso il nostro viaggio in auto, ci siamo diretti a Stykkishólmur, un piccolo villaggio di pescatori nella penisola di Snæfellsnes. Nel nostro itinerario avevamo segnato, in questo paesino, una locanda strepitosa dal nome impronunciabile, Sjávarpakkhúsið, dove ci siamo fermate per pranzo. Il locale è arredato in perfetto stile marinaro, con sedie in legno scuro, pareti celesti e quadri con richiami al mare. Il cibo è delizioso e il pesce freschissimo.
Successivamente abbiamo raggiunto il comune islandese di Grundarfjörður. Essendo super fan di Game Of Thrones, eravamo ansiose di poter finalmente ammirare un’altra famosa location di questa serie tv: Kirkjufell. La forma caratteristica di questa montagna però si rivela solamente una volta raggiunto il parcheggio; infatti, mentre ci stavamo avvicinando in macchina, continuavamo a chiederci “ma… siamo sicuri che sia questa?”… “non sembra uguale a quella del film”… “abbiamo sbagliato strada…?”. Avevamo grandi aspettative su questo luogo e immaginavamo che Kirkjufell fosse decisamente più imponente, invece la montagna misura solamente 463 metri. Merita in ogni caso di essere visitata e fotografata; in particolare c’è un punto panoramico, che si raggiunge con un breve sentiero, dove la si può ammirare insieme a tre piccole cascate e allo splendido scenario che si apre in fronte ad esse.
La tappa seguente è stata Skarðsvík Beach, una spiaggia di sabbia dorata (rara in questo paese), resa ancora più bella dai colori turchesi dell’acqua e dalle rocce laviche. Dopo una breve passeggiata abbiamo ripreso il nostro itinerario non ben definito; questa parte dell’isola infatti non offre punti di interesse conosciuti, perciò ci siamo fatti ispirare dai luoghi più suggestivi. Dal finestrino abbiamo scorto il vulcano Saxhòll lungo la strada e in seguito siamo arrivati a Dritvik Djúpalónssandur. Si tratta di un’altra spiaggia vulcanica formata da rocce scure dalle forme più strane. In questo luogo è avvenuto il naufragio di un peschereccio inglese nel 1948; alcuni resti della nave si trovano ancora sulla spiaggia, lasciati volutamente per commemorare le vittime di quella tragedia. Poco più avanti si arriva a Londrangar, un’altra conformazione di rocce vulcaniche situate sulla spiaggia ed erose nel tempo.
La tappa successiva è stata Búðakirkja Black Church. Questa piccola chiesetta nera con le finestre bianche, in perfetto stile nordico, è circondata da montagne e dall’oceano, quasi un luogo incantato! Abbiamo intrapreso un percorso a piedi fino a raggiungere la spiaggia per poter fotografare la chiesa da più angolazioni possibili. Inoltre siamo stati fortunati perché abbiamo avuto il piacere di vedere un matrimonio islandese in corso e, in seguito, di assistere al servizio fotografico degli sposi!
A quel punto eravamo pronti per cenare ma ci siamo subito resi conto che in zona purtroppo non c’era alcun ristorante. Il supermercato più vicino distava 40 km, così abbiamo deciso nel frattempo di raggiungere il nostro ultimo alloggio della vacanza nei pressi di Miðhraun, il Lava Water Accomodation. Si tratta di una fattoria che offre la possibilità di soggiornare nella Guesthouse o in una delle casette a schiera adiacenti; noi abbiamo scelto quest’ultima soluzione. La nostra casa era nuova e dotata di un ampio open space salotto-cucina, un bagno, due camere da letto e una lavanderia.
Dopo esserci sistemate, noi ragazze siamo andate ad esplorare la zona a piedi; ci siamo cimentate a fotografare un gregge di pecore che si trovava proprio di fronte al nostro alloggio, finché siamo quasi state attaccate da una di loro che probabilmente cercava di proteggere i suoi agnellini! A gambe levate siamo scappate in casa ridendo come non mai!!
Dopo una cena veloce con la rimanenza della spesa fatta ad Akureyri, Elisa ha avuto un’idea brillante: provare le terme naturali di Landbrotalaug. Un pochino titubanti, abbiamo indossato il costume sotto ai vestiti, infilato nello zaino gli asciugamani e ci siamo diretti in questo misterioso posto trovato su internet. Queste terme immerse nella natura, senza costruzioni artificiali, consistono in una “buca” poco profonda avente acqua a 38gradi; tuttavia lo spazio è limitato, infatti possono immergersi solo due persone alla volta. Al nostro arrivo, nonostante fossero le 23:00 di sera, c’era ancora la fila per provarla (Lo sapete che gli islandesi usano le pozze calde, chiamate “hot pot”, per rilassarsi e fare conversazione?). Ci siamo così addentrati negli acquitrini (non vi diciamo che fatica ma soprattutto che brutta sensazione farlo con le ciabatte ai piedi!) e per caso abbiamo trovato un’altra pozza calda più ampia e decisamente meno affollata. Senza esitare, ci siamo immersi in acqua provando subito una sensazione piacevole di tepore. Circondati da un panorama suggestivo, con il cielo rosa del tramonto che si rifletteva sul laghetto e intorno solo montagne e prati, ci siamo sentiti grati per questa esperienza indimenticabile! Ritornati a casa, ci siamo fiondati in lavanderia a lavare le nostre calzature perché erano completamente ricoperte di fango!!
Giorno 8: Da Miðhraun al Blue Lagoon
Il giorno dopo, nonché l’ultimo della nostra vacanza, abbiamo preparato i bagagli e ripreso il nostro tragitto in auto. Passando per Borgarnes, ci siamo fermati per fare colazione al Café Brák con ottimi waffles e brioches.
Arrivati poi a Reykjavík, siamo andati al Perlan dove abbiamo avuto il piacere di incontrare una nostra amica italiana che vive in questo paese (Ciao Giada!!). Questa struttura moderna è dotata di un deck panoramico e ospita un museo delle meraviglie islandesi, un planetario, un negozio di souvenir, un bar e un ristorante. Peccato per la giornata grigia che non ci ha permesso di vedere al meglio la città dall’alto!
Verso l’ora di pranzo siamo scesi nuovamente ad esplorare le vie di Reykjavík e ci siamo decisi a provare la street food di questo paese; abbiamo individuato un baracchino e dopo 15 minuti di coda abbiamo finalmente assaggiato i loro famosi Hot Dog!
Con la pancia piena, siamo tornati in auto per raggiungere la tappa finale del nostro viaggio: Il Blue Lagoon. Queste terme artificiali, conosciute in tutto il mondo per essere una delle migliori SPA, sono subito riconoscibili grazie alle sue acque azzurro-latte (faremo un post dedicato per approfondire meglio l’argomento in futuro). Lasciati i bagagli in auto, abbiamo portato con noi solo gli zaini con il cambio e i tickets prenotati mesi prima. All’ingresso ci hanno fornito di un bracciale con cui si può aprire/chiudere gli armadietti e fare acquisti all’interno della struttura, pagando comodamente all’uscita. Gli spogliatoi sono divisi per genere ed è richiesta una doccia prima di entrare in piscina.
Indossato costume e accappatoio, abbiamo portato con noi la fotocamera per scattare alcune foto prima di abbandonarci al relax, ma accidenti che fatica! Esternamente c’era una temperatura di 6 gradi, era nuvoloso e tirava molto vento… abbiamo resistito un quarto d’ora ma poi, infreddolite come mai prima, siamo corse a mettere via le nostre macchine fotografiche per poterci finalmente rilassare in acqua calda! Che bella sensazione! Il Blue Lagoon era parecchio affollato ma la piscina è grande e dispersiva. La prima bevanda è gratuita, così abbiamo deciso di prendere una centrifuga di frutta; le due ore successive le abbiamo passate a crogiolarci nell’acqua tiepida, esplorando ogni angolo del Blue Lagoon e facendo conversazione. La serata è poi finita con una doccia calda, una cena al Lava Restaurant (annesso al Blue Lagoon) e l’attesa in aeroporto, dove durante la notte abbiamo preso il volo di ritorno per l’Italia.
Si conclude così il nostro viaggio in Islanda che potremmo riassumere in 8 punti:
- 4 amici
- 8 giorni interi di vacanza, l’ultima settimana di maggio
- temperature esterne comprese tra 2-18 gradi
- 2500 € per persona
- 2000 km percorsi
- 30 ore in auto
- più di 40 attrazioni naturali visitate
- ricordi di bellezza infinita impressi nel cuore per sempre
Speriamo di avervi fatto venire voglia di partire e di esplorare questo meraviglioso paese; noi lo abbiamo amato e senza dubbio rientra nella nostra top 3 destinations da vedere almeno una volta nella vita.
A presto con la nostra prossima avventura!