Questa settimana continuiamo con la seconda parte del nostro viaggio in Islanda, riprendendo il racconto da dove l’avevamo lasciato (se per caso ti sei perso la prima parte puoi trovarla qui). Ricominciamo quindi dalla fine del terzo giorno, quando siamo arrivati a Vík dopo un meraviglioso tour ricco di attrattive.
Come nel post precedente, la mappa di sinistra mostra il percorso per intero, mentre quella di destra, il tratto specifico da Vík ad Akureyri.
Giorno 4: Da Reynisfjara a Hofn
Il quarto giorno siamo partiti alla scoperta della famosa spiaggia nera di Reynisfjara, uno dei luoghi islandesi di maggior interesse turistico. Nonostante fossimo giunti molto presto, la spiaggia era già affollata; stormi di uccelli volavano sopra l’oceano, molti di questi pescavano in mare per poi andare a nutrire i loro piccoli nei nidi posti in alto sulla scogliera. Ad un tratto, inaspettatamente abbiamo avvistato i Puffin: teneri uccellini, tipici dei paesi nordici, dall’aspetto curioso, con piume bianche e nere e dal becco giallo e rosso. E’ stato davvero emozionante poterli ammirare così da vicino!
Ripreso il nostro itinerario in auto, dopo circa una mezz’ora abbiamo raggiunto i campi di lava di Eldhraun, formatosi a causa di una delle più grandi eruzioni vulcaniche avvenute nella storia di questo paese alla fine del 1700. Il paesaggio che si presenta è particolare: vaste distese di rocce tondeggianti ricoperte di muschio verde che danno la sensazione di essere davvero morbide!
La tappa successiva è stata Fjadrargljufur, un canyon eroso in due milioni di anni dal fiume Fjaðrá. Con una breve passeggiata di 20 minuti, abbiamo raggiunto questa meravigliosa e imponente attrazione naturale; un fiume scorre lento in questa gola frastagliata e l’unico rumore che si sente è il fruscio dell’acqua che infonde un senso di pace e tranquillità. Normalmente è possibile addentrarsi e salire al di sopra del canyon, ma durante la nostra visita era chiuso per lavori di ripristino per la salvaguardia del luogo.
Si era fatta ora di pranzo e un certo languorino cominciava a farsi sentire, così ci siamo fermati in un piccolo paesino alla tavola calda Systrakaffi, trovata su internet. Dopo aver ripreso le energie con una buona zuppa bollente allo zenzero e carote, ci siamo diretti a visitare una lingua del ghiacciaio di Vatnajökull. Nel parcheggio un cartello mette in guardia sui pericoli del posto, tra i più importanti si raccomanda di fare attenzione a non cadere in acqua perché essendo la temperatura a 2 gradi, si hanno solo pochi minuti prima di andare in ipotermia. Abbiamo intrapreso il percorso per ammirare il ghiacciaio più da vicino, all’inizio era molto semplice ma ben presto si è rivelato impervio.
Ad essere onesti, non ci siamo sentiti in pericolo finché non abbiamo incontrato una ragazza in lacrime perché non aveva notizie da circa un’ora del suo ragazzo, allontanatosi per proseguire da solo la scalata. Il suo cellulare non era raggiungibile e nemmeno chiamandolo a squarcia gola aveva ottenuto una risposta. Presa dal panico telefonò alla polizia che però le negò i soccorsi. Solo in quel momento ci siamo resi conto della pericolosità del luogo così, un po’ spaventati, abbiamo ricominciato a scendere fino a raggiungere un punto sicuro. Alla fine, è stato un vero sollievo scoprire che il ragazzo, era scivolato verso la laguna gelata ma senza caderci dentro; alcuni turisti coraggiosi l’hanno scorto e tratto in salvo! Quindi, dopo questa paurosa avventura, abbiamo imparato una grande morale: mai sottovalutare la natura islandese!
Verso metà pomeriggio ci siamo diretti alla laguna glaciale di Jökulsárlón. Che dire… WOW!! Numerosi iceberg, provenienti dal ghiacciaio Vatnajökull, galleggiano e danno vita ad un paesaggio mozzafiato. Nonostante il cielo nuvoloso, il panorama offriva colori suggestivi, dal bianco alle mille sfumature di azzurro, lilla e grigio.
La bellezza del posto ci ha incantati, tanto che abbiamo deciso al momento di visitare la laguna con un tour. Dopo 20 minuti eravamo già in barca anfibia ad esplorare gli iceberg millenari. Una guida ne spiegava le caratteristiche e, nel mentre, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano un pezzo di ghiaccio: chi voleva poteva staccarne un frammento e mangiarlo (cosa che ovviamente noi abbiamo fatto!). Concluso il giro, siamo riusciti ad avvistare anche le foche!
Guardando le foto di alcuni fotografi su Instagram, abbiamo scoperto Stokksnes, una proprietà privata in cui, pagando poche corone, è possibile visitare il Viking Village e l’intera area adiacente alla spiaggia. Così, anche se un po’ stanchi, abbiamo affrontato l’ultima tappa della giornata e, come immaginavamo, ne è decisamente valsa la pena: Il paesaggio è stupendo, le montagne grigie si ergono direttamente sull’oceano e diverse dune di sabbia scura caratterizzano il luogo.
Dopo una cena veloce al Z-Bistro a Hofn, abbiamo raggiunto il nostro alloggio a notte fonda: il Bragdavellir Cottages nelle vicinanze di Djúpivogur. In pratica era una casetta in legno, tipo quelle da giardino, ma dotata di due camere da letto, un bagno, salotto e cucina. C’era persino a disposizione un lettore dvd con una pila di film classici anni ’90. Che esperienza unica dormire in questi piccoli cottages rustici!
Giorno 5: da Djúpivogur ad Akureyri
La mattina seguente, avendo individuato un ruscello nelle vicinanze, abbiamo volutamente indossato gli stivali in gomma per attraversarlo. Ci sembrava di essere tornate bambine, a schizzarci con l’acqua come facevamo da piccole nei torrenti di montagna.
Ripartiti in macchina poi, ci siamo fermati ad esplorare il paesino di Djúpivogur. Qui si trova un interessante scultura dell’artista islandese Sigurður Guðmundsson, chiamata “Eggin í Gleðivík”. L’opera consiste nella riproduzione di 34 uova in granito, in onore delle numerose specie di uccelli presenti nell’Islanda Orientale. Gran parte di questa giornata l’abbiamo passata in auto, andando verso nord, scorgendo i bellissimi paesaggi fuori dal finestrino. Abbiamo visto cascate, ruscelli, zone innevate e aree completamente nascoste dalla nebbia. Non ci si stanca mai della bellezza e della varietà dei panorami Islandesi!
Verso l’ora di pranzo, in una vallata abbiamo scoperto un posto davvero speciale: Vallanes, Móðir Jörð Organic farm. Qui abbiamo fatto un brunch divino con porridge, skyr e marmellata, uova, pancakes, formaggi, succo d’arancia e mela, acqua aromatizzata e caffè. Gli ingredienti usati sono di loro produzione ed era tutto buonissimo! Il locale è arredato in legno, con finiture naturali; all’esterno c’è anche una serra dove i proprietari hanno allestito, al suo interno, un piccolo salotto tra le piante. Quel giorno, Il sole illuminava questo splendido scenario immerso nei campi coltivati e finalmente le temperature erano sopra i 15 gradi!
Ripreso il nostro viaggio on-the-road, lungo la strada, che poi ci avrebbe condotto alla tappa successiva, ci siamo imbattuti in una enorme area desertica caratterizzata da panorami lunari. Abbiamo esplorato la zona a piedi, ammirando e fotografando il bellissimo paesaggio senza confini. Giunti poi a Dettifoss, con una passeggiata abbiamo raggiunto l’imponente cascata; si tratta della maggiore cascata per portata d’Europa, e, a nostro avviso, vale assolutamente la visita per il salto vertiginoso che compie il corso d’acqua.
Fermata successiva: Hverir, un campo geotermico con pozze di fango bollente. I colori dello scenario spaziano dall’ocra, all’arancione fino al grigio e sembrava davvero di essere su Marte! Hverir è un luogo suggestivo ma con una nota negativa: l’odore nauseabondo difficile da sopportare.
Dopo quest’area abbiamo raggiunto Grjótagjá, vicino al lago Mytvan. Si tratta di una grotta scelta come location per un episodio della famosa serie tv Game of Thrones… avete presente quando Jon Snow e Ygritte fanno il bagno insieme? Ecco! In realtà, voci dicono che l’acqua fosse troppo calda per girare la scena, così riprodussero in studio l’esatta copia di questa grotta. Ultima tappa del nostro itinerario, prima di raggiungere Akureyri, la cascata di Godafoss, molto più piccola e meno d’impatto di Dettifoss, ma comunque affascinante.
Nel tardo pomeriggio siamo finalmente giunti ad Akureyri, seconda area urbana del paese. Qui abbiamo affittato per due notti, su airbnb.com, una casa di design. Questa dimora è stata al di sopra di ogni aspettativa, infatti, oltre alla bellezza e alla modernità dell’alloggio, il panorama su cui si affaccia è straordinario: lateralmente distese di campi verdi delimitati da montagne arrotondate color pastello; di fronte, al di là del fiordo, si scorge la cittadina di Akureyri e altre montagne innevate.
Arrivati a sera, dopo aver fatto la spesa in paese, abbiamo trascorso la serata in compagnia, godendoci il panorama dalle grandi vetrate della nostra casa. Vi ricordate ciò di cui parlavamo nel post “parte 1”? Quando abbiamo menzionato il fatto che a fine maggio a Vík i lupini dovevano ancora schiudersi…? Ebbene, nel nord Islanda invece erano tutti sbocciati! Quindi, prima di andare a dormire, noi ragazze siamo uscite per scattare foto al tramonto in mezzo ai Lupini, divertendoci ancora una volta come due bambine!
Giorno 6: Whale Watching e i dintorni di Akureyri.
Il giorno successivo, dopo esserci svegliati, siamo corsi a guardare fuori dalla finestra: cielo blu, sole splendente e nemmeno una nuvola sopra Akureyri! Non potevamo essere più felici di così perché quella mattina avevamo in programma l’escursione per vedere, per la prima volta, le Balene! (escursione prenotata due giorni prima sul sito www.northsailing.is , dopo aver consultato le previsioni meteo)
Dopo colazione, ci siamo quindi diretti al porto di Hjalteyri. Nonostante indossassimo il giubbotto invernale, faceva davvero freddo, per fortuna la North Sailing ci ha subito forniti di una tuta molto spessa che, una volta allacciata, non faceva passare un filo d’aria. Salpati in mare, lo scenario era bellissimo, mare blu intenso e montagne innevate intorno. Il tour sarebbe dovuto durare 2 ore in totale ma, dopo un’ora, non si avvistavano ancora i cetacei; così il capitano, con il nostro consenso, ha allungato l’escursione, per poter navigare più a nord.
E’ stata una scelta azzeccata, siamo infatti riusciti a vedere ben 4 balene! Che meraviglia… non riuscivamo a credere ai nostri occhi! Nuotavano così tranquillamente, spruzzando l’aria fuori dallo sfiatatoio sulla schiena… l’imbarcazione si è avvicinata a loro per permetterci di ammirarle più da vicino e una megattera ha maestosamente mostrato la coda. Nel viaggio di ritorno, ammirando il panorama e godendoci le onde, ci è stata offerta la cioccolata calda accompagnata da una ciambella alla cannella… ci voleva proprio!
Scesi sulla terra ferma, siamo ritornati in centro ad Akureyri e abbiamo deciso di esplorare l’Akureyri Botanical Garden. Si tratta di uno dei giardini botanici più a nord del pianeta, dove sono coltivate molte varietà di piante e fiori. L’ingresso è gratuito e al suo interno c’è un bar molto carino, il Café Laut.
Il resto della giornata l’abbiamo trascorso in tranquillità, scattando delle foto nei dintorni della casa dove alloggiavamo, cucinando il salmone fresco per cena e sorseggiando una birra guardando il tramonto. Akureyri è stato un posto magnifico, che ci ha regalato dei ricordi splendidi… non c’è niente di meglio che poterli condividere con gli amici più cari!
Anche la seconda parte del nostro viaggio in Islanda termina qui, alla prossima settimana con la terza e ultima parte!
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